top of page

Disturbi del comportamento alimentare

L’alimentazione riveste molteplici significati che hanno acquisito nel corso dei secoli valenze che trascendono l’originario scopo nutrizionale. L’esistenza stessa di una cultura gastronomica spoglia l’atto del cibarsi dal mero valore nutrizionale e lo riveste di una serie di significati che trovano radice ed espressione nel sistema socioculturale di appartenenza. Per queste ragioni, l’attenzione verso la condotta alimentare sembra essere nata insieme alle prime forme di civiltà e di sistema sociale.

Per l’ICD-10 e il DSM-IV la sezione dei DCA comprende: l’anoressia nervosa, la bulimia nervosa e il disturbo del comportamento non altrimenti specificato (tra cui troviamo il sempre più frequente disturbo dell’alimentazione incontrollata).

I risultati degli studi epidemiologici, inoltre, indicano che i disturbi del comportamento alimentare si manifestano tipicamente nelle giovani donne, con un’età di comparsa che sembra presentare una distribuzione bimodale con un picco intorno ai 14 anni e un secondo picco intorno ai 18 anni. Non mancano, comunque, indicazioni circa una maggiore diffusione, rispetto al passato, dei disturbi alimentari in soggetti di sesso maschile; sono state pure rilevate differenze legate al genere nell’età di insorgenza del disturbo, più tardiva per gli uomini.

Le prime autrici che si sono occupate a fondo dei disturbi dell'alimentazione e che sono giunte contemporaneamente a conclusioni cliniche e terapeutiche simili sono H. Bruch e M. Selvini Palazzoli; il problema centrale secondo le autrici riguarda un difettoso senso del sé. Le idee della Bruch e della Selvini Palazzoli sono in accordo con le scoperte della moderna psicologia evolutiva che sottolinea il ruolo fondamentale delle interazioni dinamiche tra il bambino e i suoi caregivers primari nello sviluppo della personalità e nell'organizzazione delle strutture neurofisiologiche. Il disturbo regolatorio primario è una menomazione della capacità di elaborare e regolare cognitivamente le emozioni; questa menomazione può riflettere un deficit costituzionale o essere acquisita attraverso l'esperienza di un legame affettivo difettoso in un ambiente di crescita inadeguato. Al fine di compensare il sottostante disturbo della regolazione affettiva i pazienti con disturbo dell'alimentazione sviluppano secondariamente dei comportamenti alimentari patologici; anche altri comportamenti impulsivi non legati al cibo ma spesso associati ai disturbi del comportamento alimentare (abuso di sostanze, promiscuità sessuale e cleptomania) sono considerate modalità difensive per regolare gli affetti disforici. In accordo con il concetto del disturbo dell'autoregolazione degli affetti si ipotizza che l'anomalia alla base dei disturbi alimentari sia un'incapacità di regolare gli impulsi in modo flessibile.

Impegnati in una instancabile ricerca della magrezza, le pazienti anoressiche possono perdere peso riducendo semplicemente l'assunzione di cibo o possono periodicamente abbuffarsi e poi perdere peso mettendo in atto condotte di eliminazione; anche pazienti bulimiche possono manifestare episodi di iperalimentazione, ma loro mantengono un peso corporeo nella norma pur adottando condotte di eliminazione o impegnandosi in un intensa attività fisica. Entrambe queste pazienti manifestano un vero e proprio terrore di essere grasse o di divenirlo.

Grotstein sostiene che i sintomi offrono un pavimento provvisorio al di sotto di un io frammentato, o un contenitore intorno ad esso, che lo protegge dal pericolo catastrofico di disintegrarsi. Mancando di un'adeguata struttura psichica autoregolatoria, pazienti con tali disturbi sono eccessivamente influenzati da fattori esterni, quali gli ideali culturali nel determinare la propria immagine fisica consolidando la propria esperienza di sé. Si impongono un peso ideale, più o meno al di sotto del loro peso ottimale, basato sull'immagine contemporanea della cultura occidentale secondo la quale la femminilità, popolarità e successo sono associati ad un fisico esile; il fatto che l'ideale fisico maschile sia di tipo muscoloso può essere considerata una spiegazione almeno parziale della bassa incidenza dei disturbi dell'alimentazione negli uomini.

Dot.ssa Viviana Muccini


Featured Posts
Recent Posts
Archive
Search By Tags
Non ci sono ancora tag.
Follow Us
  • Facebook Basic Square
  • Twitter Basic Square
  • Google+ Basic Square
bottom of page